
CSSM

CENTRO STUDI PER SINDROMI METABOLICHE
E RIABILITAZIONE ALIMENTARE
responsabile dott.ssa Elisa OCCHINERI
Epidemiologa-Biologa Nutrizionista
collab.ri Dott.ssa Roberta GIORDANO
Dott.ssa Desirè TREVISI
Dott.ssa Sabrina DE MARCO

...innovazione, tecnologia ed eccellenza nel campo della nutrizione
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I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una categoria patologica che comprende quadri clinici apparentemente molto diversi ma che si sovrappongono tra di loro in un continuum fenomenologico. Condividono la presenza di un anomalo rapporto con il cibo ed una distorsione dell’immagine corporea anche se con caratteristiche cliniche e psicopatologiche differenti. Si associa una complessità psicologica ad una biologica.
I DCA costituiscono oggi una vera e propria epidemia sociale, ma la loro diffusione si accompagna anche ad una importante modificazione delle caratteristiche psicopatologiche. Le sindromi più frequenti sono infatti ormai molto lontane dai quadri classici cosiddetti puri: Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI) o Binge Eating.
Il DAI ha suscitato nell’ultimo decennio un interesse crescente per i suoi legami importanti con l’obesità. Sono comparsi disturbi alimentari maschili, assenti fino ad una decina di anni fa, con espressioni nuove della patologia (Bigoressia e Ortoressia) e disturbi infantili con forme purtroppo estremamente severe e difficili da trattare.
Oltre alle mutazioni dei vari disturbi assistiamo anche ad un trasformarsi della patologia dei singoli pazienti, è sempre più frequente, infatti, osservare una migrazione da un sintomo all’altro nell’arco della storia patologica dello stesso paziente.
I DCA, nelle loro diverse sfaccettature, costituiscono ormai un problema di salute rilevante ma estremamente intrecciato con la cultura del nostro tempo. Molti sono i fattori che determinano una così estesa diffusione ma con esse concorrono altre concause importanti, date da agenti socioculturali che propongono modelli di identità femminile stereotipata, legata all’immagine di magrezza estrema che spesso viene equivocata come modello di salute e successo.
Il momento più importante e delicato di tutto il percorso è la valutazione diagnostica di cura poiché da essa è possibile ideare un progetto terapeutico appropriato ed efficace per curare la malattia. In questa fase infatti, che di solito si attua a livello ambulatoriale e che ha una durata variabile da 1 a 4 settimane, si valuta il paziente a livello clinico, nutrizionale e psicologico al fine di formulare al meglio la diagnosi di stato riguardo al disturbo alimentare.
Non esistono, allo stato attuale, strumenti standardizzati per valutare la motivazione al trattamento. La diagnosi è multidisciplinare e condivisa tra i vari professionisti che effettuano gli accertamenti diagnostici indispensabili in questa fase e sono il medico psichiatra, il medico internista e/o nutrizionista, lo psicologo clinico e il biologo nutrizionista e/o il dietista.
Per le particolari caratteristiche psicopatologiche e per la complessità del disturbo appare quindi fondamentale l’importanza del primo contatto con il paziente per stabilire una buona relazione terapeutica ed è inoltre determinante che venga garantita l’integrazione a livello nutrizionale e psicologico.
Linee Guida Regionali per la diagnosi ed il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, Gruppo Regionale Tecnico Multidisciplinare sui Disturbi del Comportamento Alimentare, Deliberazione della Giunta Regionale dell’Umbria n. 5/2013
Tratto da DSM 5, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Copyright America Psychiatric Associatio, Washington, 2014

