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CENTRO STUDI PER SINDROMI METABOLICHE
E RIABILITAZIONE ALIMENTARE
responsabile dott.ssa Elisa OCCHINERI
Epidemiologa-Biologa Nutrizionista
collab.ri Dott.ssa Roberta GIORDANO
Dott.ssa Desirè TREVISI
Dott.ssa Sabrina DE MARCO

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USA riabilitano uova e colesterolo alimentare
Nel nuovo documento preliminare delle "Dietary guidelines for americans" il Dietary guidelines advisory committee (Dgac) afferma che il consumo di colesterolo alimentare non è da considerarsi a rischio, riformulando quanto indicato nell'edizione 2010 in cui si invitava a consumarne non più di 300 milligrammi giornalieri. Il documento non modifica la sua posizione sul colesterolo Ldl, che resta una grave minaccia cardiovascolare, ma ridimensiona l'influenza dell'alimentazione sul suo aumento, determinato in gran parte da fattori genetici. Secondo il Dgac, infatti, solo il 20% del colesterolo circolante sarebbe legato all'introito alimentare, che sembra quindi svolgere un ruolo meno significativo sulla colesterolemia. Alice Lichtenstein, vicepresidente del Dgac, aggiunge che lo scarso contributo del colesterolo alimentare ai valori circolanti riabilita il ruolo delle uova nella dieta. Spiega la ricercatrice che dirige il Cardiovascular nutrition laboratory della Tufts university di Medford in Massachusetts: «Da studi recenti emerge che oggi un uovo contiene 185 milligrammi di colesterolo, con livelli di vitamina D aumentati del 65% rispetto a qualche anno fa. Per non parlare dei circa 7 grammi di proteine, 5 nell'albume e 2 nel tuorlo, con grassi per la maggior parte mono- e polinsaturi non dannosi per la salute». È quindi giusto raccomandare nella dieta quotidiana la presenza delle uova, considerate dagli esperti una pillola di buona salute in poco meno di 80 calorie? «La decisione è corretta. A sbagliare sono state, per decenni, le precedenti linee guida» conclude Lichtenstein.
